Ecco una delle ultime nostre creazioni ai fornelli:
INGREDIENTI (per due persone)- 150 gr di orecchiette fresche di semola, 200 gr di pistacchi, qualche foglia di radicchio, quattro cucchiani da caffè di bottarga di tonno.
Frullate i pistacchi con un cucchiaio di olio. Preparate un soffritto con cipolla, prezzemolo e trito di capperi e pinoli. Aggiungete le foglie di radicchio tagliate a julienne e la bottarga e lasciate appassire. Miscelate quindi il tutto alla crema di pistacchi e mescolate, aggiungendo di tanto in tanto un cucchiaio di acqua di cottura della pasta.
Cuocete le orecchiette in abbondante acqua poco salata (occhio al sale già presente nella bottarga!). Mantecate le orecchiette al dente con la crema, in padella a fuoco lento ed impiattate, con una spolverata di prezzemolo.
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lunedì 18 aprile 2011
venerdì 15 aprile 2011
Sushi
Abbiamo scoperto questa cucina da poco, o meglio io l'ho scoperta da poco e ho convinto Elrond a seguirmi in questa esperienza.
All'inizio un pò di timore era lecito, quasi dovuto, perchè pensare di mangiare cose crude può lasciare i più interdetti, ma noi siamo sperimentatori da sempre, soprattutto col cibo.
La mia "prima volta" è stata con delle amiche, più per sfida che per vero interesse, e sono rimasta estasiata da quel poco che ho assaggiato.
Così, come ho potuto, ho trascinato Elrond in un noto Ristorante Giapponese della Capitale.
Il locale è molto accogliente ma soprattutto il personale, di ricevimento e di sala, è estremamente attento e gentile, quasi riverente, in tipico stile giapponese. Abbiamo accettato il loro tavolo tipico (leggermente riadattato al fare occidentale, sembra di essere seduti a terra ma in realtà il tavolo è abilmente sollevato!) e abbiamo iniziato a studiare il menù pieno di foto!
Gli ingredienti principali dei piatti erano: salmone, tonno, polpo, granchio, calamaro, pollo, riso, alghe, avocado, cetriolo, carote, germogli di soia.
Che cosa ci aspettavamo?
Niente zuppa di squalo, timballo di medusa o minestra di tritone!!!
Niente di particolarmente strano o esotico. Certo mangiare giapponese a Roma deve equivalere a mangiare italiano a Tokio.
Infatti come altri piatti anche il sushi ha dovuto adattarsi ai gusti alimentari dei paesi in cui si è diffuso, per cui oggi si trovano, in giro per il mondo, tipi di sushi sconosciuti in Giappone composti da capesante, tonno piccante, carne di manzo e di pollo, verdure varie ed anche formaggi. Prendiamo ad esempio il California Roll ( di cui Elrond va letteralmete pazzo!!!) è nato negli Stati Uniti per far accettare l'idea del pesce crudo, in fin dei conti si tratta di un maki con avocado, surimi e cetriolo nel quale lo strato esterno di riso è cosparso di semi di sesamo tostati.
Abbiamo assaggiato di tutto un pò, e nulla ci ha lasciato scontenti.
Fondamentalmente il sushi è cibo a base di riso cotto, condito con aceto di riso, zucchero e sale e combinato con un ripieno o guarnizione di pesce, alghe, vegetali o uova. Il ripieno può essere cotto, crudo o marinato e può essere servito disperso in una ciotola di riso, arrotolato in una striscia di alga, disposto in un rotolo di riso o ancora inserito in una piccola tasca di tofu.
In Giappone la parola "Sushi" si riferisce ad una vasta gamma di cibi preparati con riso, mentre al di fuori del Giappone viene spesso inteso come pesce crudo o come riferimento ad un ristretto genere di cibi giapponesi, come il maki o il nigiri e il sashimi (che in Giappone non è considerato sushi perchè composto solo da pesce crudo).
E' grande la differenza, nel tipo di riso e nel modo in cui viene cucinato, preparato e servito, con il resto del mondo, anche cinese, che usa molto questo alimento nei propri piatti.
Il riso sushi viene preparato con un riso bianco, dolce a grano corto, viene lavato e cotto seguendo una precisa tecnica e successivamente bagnato con aceto di riso nel quale vengono disciolti zucchero e sale e leggermente scaldato.
Il riso usato è la qualità Japonica ed ha una consistenza diversa dalle tipologie di riso mangiate al di fuori del Giappon. I requisiti essenziali sono la coesione dei chicchi e il grado di asciugatura; se è troppo appiccicoso risulterebbe dolciastro, ma se non lo è sufficientemente rimarrebbe troppo secco.
Le cucine del mondo sono così diverse, per sapori, aromi e materie prime, ma di ciascuna, a mio giudizio, varrebbe la pena fare la conoscenza, anche perchè è la via più semplice e divertente per iniziare ad essere un minimo cosmopoliti.
giovedì 31 marzo 2011
Casa e ufficio
Il Il mio lavoro mi ha portato per qualche giorno nella splendida Catania.
In albergo, una decina di piloti dell'aviazione militare danese. Volano sugli F16, come si intuisce dai vistosi stemmi che portano con orgoglio sulle tute di volo. Decollando dalla base di Sigonella, partecipano ai bombardamenti sulla Libia.
Li vedo rientrare dal "lavoro", con le stesse facce e gli stessi atteggiamenti di chi lavora in ufficio o in fabbrica. Immagino che per loro possa essere normale. Ma stento ad accettare che un uomo, pur non vedendo il sangue e i brandelli delle vittime degli ordigni che ha lasciato cadere dall'alto del suo velivolo, possa tornarsene alle normali abitudini di ogni sera. Lavarsi le mani, sedere a tavola...e l'indomani ripartire ancora.
Un assassinio rimane tale, anche se commissionato sulla base di una risoluzione ONU. E sento sempre meno voci che lo ricordino.
Abbiamo accettato il fallimento della diplomazia. L'uso della violenza è divenuto uno strumento politico di uso sempre più comune.
Un caccia che sgancia una bomba può suscitare orgoglio (il caccia è italiano e uccide in Libia), umanitario sdegno (il caccia è libico e uccide in Libia) o indifferenza (il caccia è israeliano e uccide a Gaza).
Non riesco ad accettare come una bomba possa essere così tante cose diverse.
In albergo, una decina di piloti dell'aviazione militare danese. Volano sugli F16, come si intuisce dai vistosi stemmi che portano con orgoglio sulle tute di volo. Decollando dalla base di Sigonella, partecipano ai bombardamenti sulla Libia.
Li vedo rientrare dal "lavoro", con le stesse facce e gli stessi atteggiamenti di chi lavora in ufficio o in fabbrica. Immagino che per loro possa essere normale. Ma stento ad accettare che un uomo, pur non vedendo il sangue e i brandelli delle vittime degli ordigni che ha lasciato cadere dall'alto del suo velivolo, possa tornarsene alle normali abitudini di ogni sera. Lavarsi le mani, sedere a tavola...e l'indomani ripartire ancora.
Un assassinio rimane tale, anche se commissionato sulla base di una risoluzione ONU. E sento sempre meno voci che lo ricordino.
Abbiamo accettato il fallimento della diplomazia. L'uso della violenza è divenuto uno strumento politico di uso sempre più comune.
Un caccia che sgancia una bomba può suscitare orgoglio (il caccia è italiano e uccide in Libia), umanitario sdegno (il caccia è libico e uccide in Libia) o indifferenza (il caccia è israeliano e uccide a Gaza).
Non riesco ad accettare come una bomba possa essere così tante cose diverse.
sabato 26 marzo 2011
Sogni d'oro
Qualche settimana fa, io e Iris abbiamo fatto una breve escursione a Montalto, uno dei siti nucleari abortiti sul nascere negli anni Ottanta. E' uno dei probabili siti del nuovo programma nucleare italiano.
In questa foto si vede il bunker dei due reattori che avrebbero dovuto essere realizzati accanto alla attuale Centrale termoelettrica Alessandro Volta. Una centrale di seconda generazione, pagata sino all'ultima lira e che non ha mai ricevuto le barre d'uranio, arrestando il suo sviluppo al posizionamento dei relativi contenitori in acciaio.
Credo che pochi italiani siano consapevoli dell'immenso debito che abbiamo con il popolo giapponese. La disgrazia nipponica è stata di portata tale da non permettere che venisse ridimensionata dal network disinformativo di stato. Una catastrofe tale che nessun Ferrara, nessun Fede, nessun Belpietro possano arrogarsi il diritto di smentire, storpiare, coartare la realtà. E allora è il caso di parlar d'altro. Una moratoria di qualche anno impedirà agli italiani di esprimersi al referendum contro l'ennesimo stupro della volontà popolare.
D'improvviso, l'urgenza energetica del Paese, che pareva irrisolvibile senza reattori nucleari, si è dissolta. E poco importa che il prezzo del petrolio sia schizzato alle stelle in conseguenza della crisi libica. Occorre parlare d'altro. Distrarre il bambinone smemorato. Come col Ponte sullo Stretto. Come sulla "sferzata all'economia". Come sulle tre aliquote Irpef. Come su un milione di posti di lavoro. Come sui tempi della giustizia civile. Come sulla certezza della pena (SIC!).
Occorre aspettare che il bambinone si addormenti, riprenda a ciucciarsi il dito, abbracci l'orsacchiotto e...potremo ricominciare e recuperare il tempo perduto.
giovedì 17 marzo 2011
Italia

Verde Bianco Rosso
La nostra bandiera, la nostra identità, la nostra patria che oggi compie ben 150 anni! Non importa che colore rispecchi di + le nostre idee, in questa giornata di festa nazionale, siamo tutti Italiani.
L'Italia è casa nostra, la dobbiamo respettare, curare, difendere, amare, perchè a noi ha dato tanto e continuerà a darci senza chiede nulla indietro.
Un paese unico, libero e democratico!
Il paese di grandi uomini e grandi donne, di grandi scoperte e di grandi imprese, di infinita cultura e magnifica natura.
Io amo il mio paese e ogni volta che ascolto l'Inno di Mameli mi salgono le lacrime agli occhi e le parole vanno da sè!
Un paese in pericolo ogni giorno ma che strenuamente tira fuori il coraggio e le unghie e combatte, dentro e fuori i confini!
"Cara Italia, perchè giusto o sbagliato che sia questo è il mio paese, con le sue grandi qualità e i suoi grandi difetti" Enzo Biagi
Occhi per sentire

Gli occhi sono la parte di noi con la quale porgiamo la nostra interiorità al mondo.
Attraverso gli occhi noi viviamo, ridiamo, piangiamo, ascoltiamo il mondo.
Sembra strano ma il contatto visivo è quello che più di ogni altra cosa ci lega all'istante a colui che abbiamo dinanzi, a colui che ci stà parlando, a colui che ci stà guardando . . . .
Che cosa affascinante lo sguardo!
Quante cose di noi può rivelare anche se non apriamo bocca, un immensità.
Chi ti parla senza guardarti negli occhi probabilmente o ti stà mentendo o non ha interesse che tu comprenda veramente quello che stà dicendo.
Mi è capitato raramente che qualcuno si sia accorto dei miei occhi, addirittura che ne abbia notato il colore, di sicuro la colpa è della midriasi che ho quasi costantemente! L'iride azzurra spessissimo si riduce ad un cerchietto molto sottile e sembra io abbia degli occhi scuri invece che chiari.
Così quelle pochissime volte non può non sfuggirmi un sorriso notatndo come, spesso improvvisamente, il mio interlocutore rimane fisso a guardarmi, occhi negli occhi.
Occhi scuri, occhi chiari, miopi o presbiti, non importa, tutti belli in egual misura.
Gli occhi della gente, gli occhi delle mamme, gli occhi del proprio amore . . . .
Gli occhi non mentono, dicono sempre la verità, volenti o nolenti.
Che bello poter guardare negli occhi una persona a cui si vuole bene e non avere il bisogno di doverglielo anche dire.
mercoledì 16 marzo 2011
Fukushima
Le notizie da Fukushima prendono forma, minuto dopo minuto.
Un angelo pietrificato, col volto nascosto dall'edera. Un pianto trattenuto con dignità.
E' uno scatto di qualche giorno fa, alla Polveriera.
Oggi, l'alba di una nuova catastrofe nucleare, è un giorno in cui puoi sentire gli angeli piangere.
E a loro dedichiamo questo scatto.
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