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lunedì 28 febbraio 2011

L'isola di Utrost


Secondo una leggenda norvegese, i cormorani sono le anime dei naufraghi, i cui corpi non sono mai stati recuperati.
Questi marinai sfortunati, vittime del mare che per tanti anni li ha nutriti, verrebbero condotti sull'isola immaginaria di Utrost, dalle verdi colline e dai campi carichi di grano, a sud delle Lofoten.
Il pescatore che avvistasse l'isola e vi rivolgesse la prua, la vedrebbe sparire una volta avvicinatasi al legno della barca, come un miraggio.
Dall'isola di Utrost, le povere anime dei marinai avrebbero modo di tornare a casa in veste, appunto, di cormorani.
Cosa ha portato la tradizione orale delle Nordlands a scegliere proprio i cormorani come traghettatori di anime? Forse la livrea nera, funerea. Forse il volo, basso sulle acque, privo delle geometrie, delle acrobazie giocose di tutte le altre specie capaci di fendere l'aria. Forse la posa plastica che assumono quando asciugano al sole le piume zuppe d'acqua, quasi ad attendere l'abbraccio dei vivi, pianti chissà da quanto.

mercoledì 23 febbraio 2011

Tombolo della Feniglia





E' una delle due "lingue" di sabbia che cingono la laguna di Orbetello, in Provincia di Grosseto. Congiunge Ansedonia a Porto Ercole e rappresenta il limite meridionale della laguna. E' un'oasi naturale ideale per il bird watching, il cicloturismo, o più semplicemente per trascorrere una giornata in riva al mare, lontani dalla folla e dai rumori delle spiaggie più frequentate.

Come arrivare: percorrendo l'Aurelia in direzione Grosseto, superata Capalbio ed imboccato il secondo svincolo per Ansedonia, si percorre un breve tratto di strada Comunale che conduce al mare . Svoltato a sinistra al primo incrocio, si passa sotto un cavalcavia ferroviario, si costeggia un allevamento ittico e, superato il ponte sul canale, si giunge quindi dinanzi al cancello di ingresso all'Oasi.
Percorso un totale di circa due chilometri dall'Aurelia è necessario lasciare l'automobile. In estate è disponibile a tale scopo un ampio parcheggio scoperto a pagamento, mentre in inverno non si hanno difficoltà a sfruttare l'analogo spazio inutilizzato di un Lido, posto al termine della strada.

Cosa vedere: Un lungo rettilineo, in terra battuta e percorribile solo in bici o a piedi, percorre per circa 6 km tutta l'Oasi. Da esso si dipartono una serie di sentieri, che sulla sinistra conducono in spiaggia, mentre sulla destra conducono ad un ulteriore sentiero in sabbia che costeggia la laguna. Lungo quest'ultimo sono presenti numerosi capanni di osservazione.

Cosa portare: da bere e da mangiare (all'interno dell'Oasi non sono presenti fontane o punti ristoro), un binocolo e un teleobiettivo, se si è appassionati di fotografia (le occasioni di fotografare molte specie selvatiche non mancano, ma le distanze richiedono la giusta attrezzatura).

L'escursione in bici (facile per distanze, fondo e la quasi totale assenza di dislivelli) è quella che meglio consente di godere dei tanti angoli deliziosi dell'Oasi. Ad accoglierci abbiamo trovato un nutrito stuolo di daini, i quali hanno tanta confidenza con i turisti da lasciarsi avvicinare e fotografare con relativa facilità.
Costeggiando la Laguna abbiamo poi incontrato fenicotteri rosa, cicogne, aironi bianchi, garzette, cigni ed una infinità di folaghe e germani. La spiaggia invece, a parte qualche nudista solitario, ci ha offerto il silenzio dorato del mare d'inverno in una bella giornata di sole.
Ideale per una domenica di relax nella natura.

lunedì 21 febbraio 2011

Egretta garzetta




Dopo una lunga corte di appostamenti, tentativi col teleobiettivo, acrobazie tra il filo spinato della salina, la nostra amica pennuta ci ha fatto omaggio di un elegante volteggio tra onde e cielo, venendo a passeggiare sulla battigia a un passo da noi... Garzetta vanitosa! Sembra proprio gradisca gli scatti...

domenica 20 febbraio 2011

I "Cavalli Alati" di Tarquinia


Il turista che giunge a Tarquinia lo fa con la mente pronta a visitare le necropoli. Egli si aspetta la discesa nelle camere ipogee, la carezza umida del tufo e quindi gli affreschi. Tra i tantissimi che, ogni anno, giungono nella turrita cittadina dell'alto Lazio, purtroppo non tutti scelgono di completare la visita passando per il Museo Archeologico Nazionale, sito nello splendido palazzo Vitelleschi, al centro del paese.

Chi sceglie di completare la visita con questa deliziosa raccolta di reperti etruschi, viene accolto nella corte del palazzo e di qui lentamente giunge in cima, a godere della superba vista sul mare e la Maremma laziale.
Ma proprio quando la visita sembra volgere al termine, giunge agli occhi la maestosa bellezza dei "Cavalli Alati".

Questo magnifico altorilievo, cui il restauro del 2004 ha restituito una cromaticità emozionante, è considerato il simbolo della città di Tarquinia!

I cavalli sono intagliati nella terracotta con impareggiabile morbidezza e nitida ricchezza di particolari.

Il complesso fu rinvenuto dall'Archeologo Pietro Romanelli nel 1938, durante gli scavi tesi a riportare alla luce la Civita Di Tarquinia. L'opera era però scomposta in più di 100 frammenti! Il lavoro di ricomposizione, opera della studiosa Ingrid Reindell, è stato così amorevole e ben riuscito da aggiungere un pizzico di magia alla già grandiosa fattura dei "Cavalli Alati". Un oggetto magico, che nella sua fragilità trasporta nei millenni lo spirito di chi lo ha plasmato.

Questa grande lastra di terracotta decorava il frontone del tempio detto "l'Ara della Regina" ed era applicata alla testata di uno dei travi portanti. Trascinava probabilmente una biga alla cui guida era una divinità, andata però irrimediabilmente perduta nei secoli.

E' sicuramente il pezzo più pregiato e affascinante del Museo. La sensazione di vederli all'improvviso spiccare il volo e librarsi in aria, abbandonando la statica parete sulla quale sono intrappolati, rimane impressa ed indelebile nei nostri ricordi!

Dai due animali traspare un tale senso di libertà! Chi è già stato a Tarquinia e non ha avuto modo di portare con sè, nella memoria, quest'inatteso attimo di eternità ha senza dubbio un ottimo motivo per tornare nella splendida cittadina della Tuscia!

sabato 19 febbraio 2011

Arance e basilico

In questi giorni io e Iris stiamo preparando una nostra variante del liquore al basilico.

Ingredienti: 40 foglie di basilico ben lavate e asciugate, 500 ml di alcool etilico, la buccia di un'arancia non trattata, 500 ml di acqua, 300 gr di zucchero.

Procedimento
: Ponete le foglie, le bucce d'arancia e l'alcool in un contenitore ermetico. Abbiate cura di mantenere le bucce e le foglie sempre in immersione, rigirando periodicamente, e di mantenere il tutto al buio per venti giorni.
Trascorso tale periodo preparate lo sciroppo. Per far ciò scaldate l'acqua senza portarla ad ebollizione e sciogliete lo zucchero. Lasciate raffreddare e miscelate all'alcool, privato delle foglie e delle bucce e filtrato. Lasciate riposare per un altro mese e...consumate con moderazione!

Pregi: è un ottimo digestivo, dal sapore estremamente delicato.
Varianti: aumentando la percentuale di sciroppo si può ottenere una variante meno alcoolica e più simile ad un rosolio.

Iris!


E' la prima volta per me da blogger . . . . spero quindi siate comprensivi e vi piacciano le mie cose e i miei scritti!
Vediamo un pò . . . . da dove si inizia di solito? Ah si, dal principio!
La vita sembra ogni giorno riservarci eventi, esperienze e incontri che sembrano fortuiti . . . . . e invece non lo sono!
Da un anno a questa parte molte cose sono successe, le priorità sono cambiate e le persone prima vicine sono diventate lontane, spesso non per mia volontà!!
Ma andare avanti senza rimpianti mi sembra una cosa saggia, perchè la vita non è mai come ce la aspettiamo, come ce la immaginiamo, spesso è semplicemente . . . . .
molto di più!

Che succede nel Mar Rosso?

Nelle ultime settimane mi è capitato di leggere una serie di notizie, che se incrociate potrebbero delineare un quadro veramente preoccupante.

A giugno scorso la portaerei nucleare americana USS Harry S.Truman, assieme ad undici altre unità militari statunitensi aveva attraversato il Canale di Suez per raggiungere il Mar Rosso. Ufficialmente si sarebbe trattato di una missione necessaria a garantire ulteriore copertura aerea alle truppe dislocate in Afghanistan.

Ad ottobre 2010 un'altra portaerei statunitense, la USS Abraham Lincoln, era andata ad aggiungersi alla flotta dislocata nel Mar Rosso. Qualcosa inizia a suonar strano...

Nel frattempo scoppia la rivolta in Tunisia ed in Egitto, ed una Task Force composta da oltre duemila Marines, una unità portaelicotteri progettata per le operazioni di invasione via mare (USS Kearsarge) ed un sommergibile per operazioni speciali si posizionano in pieno Canale di Suez.

Quest'ultima operazione sembra legata al fatto che l'Egitto potrebbe non essere ritenuto affidabile nella operazione di "blindatura" del Canale, di consueto affidata alle truppe di casa ad ogni passaggio di unità militari statunitensi. Ed infatti, come se non bastasse, una terza portaerei nucleare statunitense, la USS Enterprise fa il suo ingresso due giorni addietro nel Mar Rosso. Sembra che a breve una quarta portaerei nucleare, questa volta la francese De Gaulle, stia per aggiungersi a questo raduno internazionale...

A questo punto una fregata iraniana e la sua nave appoggio chiedono di attraversare il Canale di Suez in direzione opposta, ossia con destinazione Mediterraneo. L'Iran prova a minacciare indirettamente possibili ritorsioni ad un eventuale attacco? Ovviamente solo quest'ultima notizia riceve eco su tutti i mass media e viene additata come una "provocazione".

Teniamo traccia delle poche informazioni che filtrano e cerchiamo insieme di comporre il puzzle. Ben tre delle undici portaerei nucleari statunitensi si muovono verso il Mar Rosso. Teniamo occhi ed orecchie ben aperti...

Torrevaldaliga nord


Nel 2003 il Ministero delle Attività Produttive, autorizzando la riconversione a carbone della centrale di Torrevaldaliga Nord, ha imposto all'Enel la realizzazione di un’area boschiva dell’estensione di circa 40 ettari, quale opera compensativa. Tale parco avrebbe dovuto prendere il nome di “Parco dei Serbatoi”, in quanto da realizzarsi sull'area occupata dai serbatoi del combustibile liquido, ormai non più utilizzati (circa 119.000 metri quadri).
Nel parere di Valutazione di Impatto Ambientale 680/2003, si stabiliva che si sarebbe dovuto procedere con “modalità atte ad anticipare almeno parte della loro realizzazione prima della chiusura del cantiere della centrale“.
Nonostante tutto ciò, ad oggi il Parco dei Serbatoi ha il tragico aspetto di uno specchietto per le allodole...

Il Sindaco di Civitavecchia, Gianni Moscherini, ha però richiesto in una nota (49383 del 21/09/09) “di soprassedere alla realizzazione di quanto previsto...facendo presente la volontà dello scrivente Comune di farsi carico dell’individuazione di una soluzione alternativa, finanziabile con il contributo ENEL, da sottoporre a nuova approvazione delle amministrazioni in indirizzo”.

Cosa c'è nelle priorità del Sindaco Moscherini?

40 ettari di bosco neutralizzano almeno 240 tonnellate di anidride carbonica in un anno, a fronte degli oltre 10 milioni di tonnellate annue che la centrale immetterà nella nostra aria.

Firma anche tu la petizione popolare. .

Benvenuti


Ai vecchi amici di "D'anima d'acqua e di respiro", ai nuovi ospiti ed ai curiosi.

Come presentare questo progetto?

Non è facile. Un idea in divenire, un diario, un contenitore di foto, pensieri, ricette, luoghi, opinioni.

Una traccia delle emozioni e del tempo che scorre.

Un album privato, ma che vuol essere condiviso.
Un diario a quattro mani: le mie e quelle della mia compagna.

I nostri nick sono Elrond ed Iris. Ci saranno post solo miei, post solo di Iris e post scritti a quattro mani.

A breve inoltre "D'anima d'acqua e di respiro" verrà chiuso e il suo contenuto in parte ospitato qui.

Buona lettura.
E grazie di quanto vorrete condividere con noi.