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mercoledì 9 marzo 2011

Falco tinnunculus



Un incontro casuale, fermato in uno scatto: un gheppio a caccia per la Maremma.

Probabilmente avrà avuto la pancia piena o le ali stanche. Ma ha accettato, rassegnato e guardingo, il mio ronzargli intorno, armato di teleobiettivo.
Arroccato in cima al palo, stava in ascolto del suo istinto, col vento nascosto tra le ali.

Il gheppio fermo a mezz'aria, è un miracolo. E' un volo cui bastano pochi metri di cielo, così impassibile e plastico da meritare l'appellativo comune di volo "a Spirito Santo".
Un pugno di muscoli e ossa leggere, stampato nel cielo. La punta delle ali in un fremito impercettibile e la coda aperta a forbice. Gli occhi appuntati come spilli sulla preda tra l'erba.

Cuori che battono veloci, predatore e preda, a condividere il vento e il bisogno di vita. Attesa lenta, col fiato sospeso.
E quindi un guizzo crudele... e la morte che scaccia la fame.

Vita dalla morte, in un silenzio che è pieno di vento.

Ancora uno scatto, e ...il gheppio sparisce dallo stretto orizzonte della mia reflex.
I miei occhi ritornano nudi. E lui una saetta senza corpo, puro inafferabile movimento.

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